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ForTIC - Percorso B

Introduzione

Ruolo delle TIC nei processi di apprendimento
TIC per ricerca e condivisione dell'informazione
TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione
TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo
TIC come strumento di produttività individuale
TIC come amplificatore delle capacità espressive

Apprendimento individualizzato
Sistemi adattivi
Sistemi reattivi
Condizioni di uso a scuola

Apprendimento collaborativo
Definizione di apprendimento collaborativo
Strategie di apprendimento collaborativo
Apprendimento collaborativo in rete
Condizioni di uso a scuola

Didattica basata su progetti interdisciplinari
Che cosa è un progetto interdisciplinare
Progettazione di un progetto
Realizzazione di un progetto

Progettazione e realizzazione di presentazioni basate su TIC
Preparazione di una comunicazione didattica
Strumenti di presentazioni basate su TIC
 

Modulo 2 - Processi di apprendimento/insegnamento e TD > Apprendimento collaborativo > Definizione di apprendimento collaborativo

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Definizione di apprendimento collaborativo

La progressiva introduzione delle TIC nella scuola ha favorito l'adozione di metodi di apprendimento collaborativo e del lavoro di gruppo intorno al computer.

Naturalmente lo studio e l'applicazione della collaborazione non nascono con la telematica. In molti si sono occupati e si occupano dello studio dell'apprendimento collaborativo. Fra i più rappresentativi possiamo citare per le implicazioni psicologiche dell'apprendimento collaborativo, Lev Semenovic Vygotsky e Jean Piaget, per quelle sociali, John Dewey.

Sia Vygotskij che Dewey, seppure con risvolti molto diversi, considerano l'apprendimento un processo profondamente sociale.

Per Vygotskij esiste una stretta relazione tra funzioni intrapsichiche e interpsichiche. Ogni funzione nello sviluppo culturale del bambino appare due volte, a due livelli .La memoria logica, l'attenzione volontaria e la formazione di concetti si sviluppano nel bambino prima a livello interpsicologico, come una conseguenza dell'interazione sociale con il gruppo di coetanei e adulti in cui è inserito, e poi, in un secondo tempo, a livello intrapsicologico. Per Vygotskij anche il linguaggio nasce inizialmente come mezzo di comunicazione tra il bambino e le persone del suo ambiente e solo in seguito, dopo la conversione al linguaggio interiore diventa una funzione mentale interiore. La collaborazione viene considerata un catalizzatore per lo sviluppo di determinate capacità di "problem solving" (ragionamento) perché chi apprende userà le tecniche e le strategie di ragionamento che ha assimilato durante il lavoro con i compagni o con l'insegnante anche quando si troverà ad affrontare, da solo, un problema simile ad uno già visto in gruppo.

L'attenzione di Dewey è concentrata sull'importanza dell'integrazione del giovane nella società piuttosto che sui risvolti che la cooperazione ha sullo sviluppo cognitivo del singolo. La sua riflessione parte dalla considerazione del divario tra l'esperienza diretta e i concetti astratti appresi nella scuola del suo tempo. Secondo Dewey la scuola deve costruire una conoscenza che parte dall'esperienza diretta allo scopo di formare cittadini in grado di comprendere i processi sociali in atto, di informarsi, di pensare e giudicare in modo critico. Per Dewey il vero centro dell'apprendimento non è nelle singole discipline ma nelle attività sociali dell'alunno e l'avvicinamento tra scuola e società passa anche attraverso l'introduzione degli strumenti e delle modalità di lavoro della società adulta negli ambienti educativi.

L'apprendimento collaborativo è un modo per trasformare l'esperienza scolastica degli studenti in direzione del principio fondamentale dell'esperienza diretta proposto da Dewey. I sostenitori della sua teoria osservano inoltre, che gli strumenti che oggi è necessario introdurre nella scuola per avvicinare gli studenti alla società e al mondo degli adulti e del lavoro sono appunto la CMC (comunicazione mediata dal computer) e le applicazioni multimediali in quanto tali strumenti consentono loro di sviluppare uno dei requisiti ritenuti più importanti nella società dell'informazione, ossia abituano i giovani lavorare in gruppo con persone di diverse culture in modo produttivo, elastico ed efficiente.

Gli studi sulle strategie di apprendimento collaborativo supportato dalle TIC devono molto anche a Piaget ed al costruttivismo. Piaget sottolinea il concetto di sapere come costruzione personale dell'individuo. In quest'ottica il discente diventa protagonista di un processo di apprendimento attivo di cui l'insegnante deve essere guida e facilitatore. Anche l'importanza dell'apprendimento collaborativo già evidenziata da Vygotsky e dalla sua scuola è condivisa dal costruttivismo in quanto la collaborazione svolge due compiti fondamentali. In primo luogo permette di evitare l'isolamento dei saperi individuali, consentendo a prospettive diverse di confrontarsi e quindi di interagire in modo costruttivo. In secondo luogo inserisce l'apprendimento nel suo contesto cioè nella comunità che pratica quella conoscenza o in cui quella conoscenza si trova inserita.

Una particolare interpretazione delle idee di Piaget è l'approccio costruzionista, per usare un termine del suo principale esponente, Seymour Papert:

Papert concorda con Piaget sulla considerazione del bambino come costruttore delle sue strutture individuali. I bambini già molto prima di andare a scuola acquisiscono una vasta quantità di conoscenza per cui, ad esempio, essi apprendono il linguaggio orale, imparano la geometria primitiva della quale hanno bisogno per orientarsi nel loro spazio fisico, imparano abbastanza retorica per raggirare i genitori- e tutto ciò senza che nessuno glielo abbia insegnato. Papert ritiene che il bambino sia in grado di comprendere anche concetti complessi ed astratti purchè abbia a disposizione strumenti come il computer o materiali appositi, che gli consentano di manipolare in modo operatorio e concreto. Nasce così il "LOGO", ambiente di programmazione sviluppato appositamente per i bambini, da Papert e dai suoi colleghi presso il MIT (http://el.www.media.mit.edu) affinché sia il bambino a programmare il computer e non viceversa!

L'apprendimento collaborativo è caratterizzato da diversi fattori. Le definizioni formulate dai ricercatori che oggi studiano situazioni di apprendimento collaborativo realizzati con l'ausilio della telematica sottolineano principalmente tre fattori:

  • l'interdipendenza tra i membri del gruppo;
  • la condivisione o la ripartizione dei compiti e la gestione del processo di gruppo;
  • la finalità di costruire qualcosa di nuovo, cioè di ottenere un valore aggiunto dalla collaborazione.

Fra le definizioni di apprendimento collaborativo è interessante quella data data da A. Kaye perché chiama in causa come componenti essenziali dell'apprendimento sia l'individuo che il gruppo:

"Collaborare (co-labore) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti e un'esplicita intenzione di aggiungere valore, per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni. Un'ampia definizione di apprendimento collaborativo potrebbe essere l'acquisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il risultato di un'interazione di gruppo, o, detto più chiaramente, un apprendimento individuale come risultato di un processo di gruppo".

Come Vygotsky, Piaget e Dewey, Kaye sottolinea il fatto che l'apprendimento è un processo individuale il quale può però essere influenzato e stimolato dall'esterno. Dalla conversazione, dal confronto tra pari o con esperti si sviluppano la comprensione profonda dell'argomento trattato, l'abitudine al ragionamento e all'esposizione e spiegazione del proprio pensiero tramite la comunicazione interpersonale.

V. Midoro fa osservare che l'individuo impara interagendo con tre ambiti principali:

  • con se stesso;
  • conl'ambiente fisico esterno;
  • e con il contesto sociale.

Questi tre elementi sono sempre presenti nello spazio dell'interazione ma nelle diverse situazioni di apprendimento ciascun elemento può prevalere sugli altri. Nell'apprendimento che è frutto del contesto sociale l'interazione con le altre persone è predominante . In quest'ambito V. Midoro distingue i tre casi seguenti:

  1. Imparare per mezzo di altri: il soggetto ha obiettivo esplicito di far apprendere qualcosa a terzi. I flussi di informazione coinvolti sono due: dall'agente didattico a chi apprende eviceversa. Il primo flusso ha l'obiettivo di stimolare l'apprendimento, il secondo è il feedback del ricevente.
  2. Imparare dagli altri: l'individuo acquisisce le conoscenze in un processo che non è intenzionalmente predisposto per indurre l'apprendimento. La comunicazione in questo caso è monodirezionale perché manca il feedback esplicito sul livello di apprendimento che è stato raggiunto.
  3. Imparare con gli altri: è il caso in cui il lavoro del gruppo e l'apprendimento collettivo sono preponderanti.

Alla luce di tali considerazioni,V.Midoro fa osservare come, a prescindere dal grado di collaborazione che si stabilisce tra i partecipanti, cioè ripartizione o divisione dei compiti c'è una convergenza tra ciò che Kaye chiama "apprendimento collaborativo" e la modalità "imparare con gli altri" dell' interazione con l'ambiente sociale. Propone perciò di chiamare "apprendimento cooperativo" sia gli apprendimenti individuali derivanti dall' attività di un gruppo impegnato nella realizzazione di un compito comune, sia l' apprendimento complessivo del gruppo di lavoro.

Il compito comune può riguarda la realizzazione di un prodotto o di un servizio, in casi particolari può consistere nella "comprensione" di un concetto, nella soluzione di un problema o nella esecuzione di un processo.

Vi sono parecchi vantaggi nelle modalità di apprendimento collaborativo. E' stato rilevato che le strategie di apprendimento collaborativo accrescono le capacità scolastiche, sviluppano le abilità sociali, facilitano l'accesso all'istruzione normale da parte degli studenti portatori di handicap, riducono le tensioni etniche ed aumentano l'autostima degli studenti Quando gli insegnanti passano da lezioni rivolte all'intera classe a ricerche in piccoli gruppi o progetti in cooperazione, si ottiene un miglioramento dell'insegnamento e dell'apprendimento che promuove modelli pro-sociali di interazione e relazione fra compagni.


Materiali per il modulo "Processi di apprendimento/insegnamento e TD"
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