Introduzione Ruolo delle TIC nei processi di apprendimento Apprendimento individualizzato
Apprendimento collaborativo
Didattica basata su progetti interdisciplinari
Progettazione e realizzazione di presentazioni basate su TIC
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TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione Le nuove tecnologie rendono più ampie le possibilità di accesso all'informazione e cambiano le forme e i modi della comunicazione. Per quanto concerne l'ambito sociale e lavorativo, esse trasformano il modo in cui creiamo le informazioni, le conserviamo e le trasmettiamo . Internet abbatte i vincoli di spazio e tempo permettendoci di comunicare in tempo reale e differito con chiunque ed in qualunque parte del mondo. La rete ci consente nuove modalità di comunicazione interpersonale (e-mail, mailing list, chat, news group, video conferenze, moo/mud, …). Nascono nuovi stili di scrittura come il “say-writing” che avvicina molto il linguaggio scritto a quello orale. Si inventano nuove modalità per manifestare emozioni e sentimenti anche nel linguaggio scritto. Un esempio di ciò è rappresentato dagli “emoticon”. Per quanto concerne l’ambito dell’apprendimento va osservato che le TIC, oltre ad ampliare le possibilità di accesso all’informazione, facilitano la comunicazione, la condivisione e la collaborazione fra soggetti anche distanti che intervengono nei processi di apprendimento permettendo la creazione di vere e proprie comunità virtuali di apprendimento. Tali comunità possono comprendere specialisti, esperti, insegnanti e studenti che operano in luoghi e contesti anche molto diversi. Si possono dunque avviare progetti basati sulla didattica collaborativa fra studenti di istituti diversi della stessa nazione o fra studenti di nazioni diversi. Ed è proprio in questa direzione che si manifesta il potenziale innovativo delle nuove forme di comunicazione in relazione ai processi di insegnamento ed apprendimento. In questo nuovo contesto comunicazione/conoscenza/tecnologie diventano parole calde su cui riflettere. Analizziamone insieme rapidamente il rapporto. Perché la comunicazione abbia luogo ad un livello minimo, è necessario che ci sia un emittente, un ricevente ed un messaggio. Se il messaggio è finalizzato all’apprendimento, allora oltre allo studente (ed ai suoi pre-requisiti socio-culturali), all’insegnante (ed alla sua professionalità) ed al contenuto, dobbiamo anche considerare l’ambiente d’apprendimento specifico (l’aula, la scuola) nel quale la comunicazione si svolge; un ambiente che risente dei vantaggi e degli svantaggi dell’essere inserito in un sistema di istruzione generale. Nella storia della comunicazione umana i progressi nella tecnologia hanno sempre portato ad avanzamenti significativi nel campo dell’educazione. La stampa ha reso possibile la diffusione dell’alfabetismo con conseguenze sul sistema d’istruzione che tuttora ci influenzano. Le TIC possono causare cambiamenti ancora più profondi. La scuola può avvalersi di diverse tecnologie e media. Se “il mezzo è il messaggio”, ossia se la tecnologia cambia ciò che noi possiamo comunicare e le nostre prospettive e riflessioni su come possiamo comunicare allora i vari media dell’informazione e della comunicazione (le TIC oggetto di questa nostra riflessione) quando sono utilizzati nella didattica cambiano sia ciò che possiamo fare sia come lo concepiamo. Nel rapporto fra processi di insegnamento/apprendimento e TIC, la comunicazione può assumere diversi significati. Può significare aumento delle interazioni fra soggetti coinvolti nell’apprendimento, intrattenimento, ma anche divenire tutoring, assistenza. Può anche significare stabilire delle regole di visibilità reciproca in attività di monitoraggio condotte in parallelo (si lavora insieme permettendo a ciascuno di vedere ciò che fa l’altro). Per molti anni gli educatori hanno esplorato modi per combinare le teorie circa i differenti stili di apprendimento, gli studenti e la costruzione della conoscenza con la teoria dell’apprendimento centrato sulla pratica. Questo percorso di ricerca e riflessione ha condotto al superamento della concezione degli studenti come destinatari passivi del sapere. Le esperienze di M. Riel sui “circoli di apprendimento”, gli studi di S. Papert sulle tecnologie come strumenti per aiutare a pensare, le ipotesi delineate da M. Resnick e dei fautori dell’open learning sulle possibilità di costruire/distribuire il sapere attraverso le reti convergono verso la considerazione della conoscenza percepita sempre più come conoscenza situata, costruita e condivisa. Attualmente noi consideriamo gli alunni come capaci di costruire la propria conoscenza con la guida degli insegnanti i quali possono predisporre un ambiente di apprendimento e comunicazione nel quale gli studenti trovano le risorse necessarie per la loro attività di costruzione della conoscenza. Nella società dell’informazione e della conoscenza, il sapere è caratterizzato dalla vastità e dalla rapidità del cambiamento; Esso assomiglia sempre più ad un processo e sempre meno a qualcosa di cristallizzato e conciliabile con le tradizionali classificazioni disciplinari ed i tradizionali metodi di insegnamento/apprendimento. La natura del sapere risulta sempre più distribuita in molteplici reti concettuali i cui confini non sono nettamente delineati e i cui collegamenti sono in continuo movimento. In questo contesto, ciò che conta non è solo il contenuto dell’apprendimento ma anche e soprattutto il processo stesso dell’apprendere ossia ciò che permette ad un individuo di acquisire e rielaborare delle conoscenze all’interno di un panorama in cui consapevolezza, motivazione, approccio critico ai problemi, comunicazione e condivisione di quanto acquisito sono sempre più elementi fondamentali ed ordinari dei percorsi di apprendimento. Le TIC, in particolare le reti, consentono di rompere l’isolamento della classe e dei processi di apprendimento ed insegnamento permettendo di instaurare nuove relazioni e modalità di comunicazione fra studenti e con il sapere. Nell’usare le TIC come risorse, all’interno di impostazioni didattiche di tipo collaborativo e costruttivista gli studenti sono incoraggiati ad esplorare i loro propri interessi ma anche a diventare co-costruttori attivi di conoscenza insieme ad insegnanti, esperti, altri studenti anche di altre scuole o nazioni allo scopo di risolvere problemi autentici. Lo studente si sente coinvolto ed è effettivamente coinvolto in un compito collettivo che gli consente di sviluppare il senso del valore del proprio operare e di quello altrui. Egli sa che ognuno è titolare di una porzione del sapere collettivo ed è responsabile di essa nei confronti del gruppo. Partecipare a un forum o a una chat, seguire un newsgroup o far parte di una mailing-list, lo fa sentire in sintonia con persone lontane. La cooperazione, a livello cognitivo promuove la crescita concettuale che deriva dalla condivisione di prospettive differenti e dal cambiamento delle nostre rappresentazioni interne in risposta a quelle prospettive. La cooperazione diventa anche luogo di sviluppo di competenze relazionali comunicative. Queste competenze acquistano un peso rilevante nel caso della comunicazione a distanza, ed in particolare della comunicazione scritta in tempo differito dato che questo tipo di comunicazione è spesso organizzata in aree di discussione in cui sono affrontati argomenti diversi. In questo caso lo studente sviluppa non solo le competenze tecniche sull’uso degli strumenti di comunicazione, (competenze che spesso già possiede o che comunque acquisisce facilmente) ma soprattutto acquisisce gli atteggiamenti opportuni quali, ad esempio:
Le TIC facilitano anche l’acquisizione di vere e proprie competenze di tecnica comunicativa necessarie per l’efficacia e la comprensione di un messaggio quali:
Ma le Tic, opportunamente utilizzate, amplificano l’interazione e la comunicazione fra i vari soggetti anche quando sono utilizzate in progetti di didattica collaborativa in presenza, nell’ambito della stessa classe o con gruppi appartenenti a classi diverse dello stesso istituto. Ciò avviene quando gli studenti sono impegnati in attività computerizzate di scrittura, problem solving , uso di giochi e simulazioni in piccoli gruppi nei quali la comunicazione è finalizzata alla soluzione delle attività proposte, alla simulazione di esperimenti o alla costruzione di ambienti. In queste situazioni il confronto continuo fra gli studenti è finalizzato alle scelte da compiere per portare avanti l’attività. Lo schermo offre il grande vantaggio di pubblicizzare i processi mentali individuali, rendendoli evidenti a tutti coloro che lo osservano, insegnanti compresi, sollecitando la costruzione di ipotesi e ragionamenti collettivi. Il software funziona come facilitatore e sollecitatore della comunicazione perché si comunica per la soluzione di problemi, per prendere decisioni, commentare grafica, ecc. Il docente può anche decidere di sfruttare il potenziale comunicativo delle TIC per migliorare l’efficacia e la completezza della propria comunicazione didattica utilizzando le TIC come mezzo per reperire materiale testuale, audio e video (per ogni disciplina vi sono numerosi siti didattici ed opere elettroniche consultabili) da utilizzare durante la lezione o può realizzare delle semplici presentazioni a supporto della lezione frontale.
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