Considerazioni conclusive
Gli insegnanti e gli educatori che lavorano mediante tecniche di conduzione cooperativa delle lezioni, sperimentano quotidianamente che, i modi con cui essi strutturano le condizioni di apprendimento, influiscono sulla natura dei rapporti interpersonali degli allievi e sul rendimento scolastico finale.
Se un insegnante volesse applicare nella sua classe con alunni segnalati, alcune attività in Cooperative Learning dovrebbe certamente procedere con avvertenza ed attenzione sia rispetto alle situazioni di handicap che in relazione alla corretta realizzazione della metodologia. Quanto all'handicap è assolutamente necessario essere rigorosi dal punto di vista didattico e sensibili a livello educativo in tre momenti della programmazione: la scelta della modalità di Cooperative Learning, la formazione dei gruppi e la definizione della prove di valutazione.
- Scegliere la modalità di Cooperative Learning in relazione alla disabilità significa differenziare l'intervento in base alla specificità del problema. Per esempio lavorare con ragazzi che presentano problemi della condotta richiederà un insegnamento diretto e frequenti interventi sulle abilità sociali di gestione del conflitto e di definizione delle regole come avviene nel Learning Together, invece insegnare ad alunni che presentano problemi su base neuro - fisiologica, come ad esempio la sindrome di down o alcuni tipi di ritardo mentale grave, esigerà particolare attenzione alla presenza di rinforzo sui miglioramenti individuali come avviene nello STAD.
- L'eterogeneità dei gruppi va soppesata attentamente quando le differenze interpersonali sono molto alte. Infatti quando sono presenti alunni disabili può essere più facile creare gruppi poco equilibrati tra loro, dando così il via a fenomeni come il disimpegno (social loafing), l'arricchimento cognitivo di chi è già dotato o la presenza di battitori liberi che hanno più a che fare con il lavoro individualistico/competitivo che con quello cooperativo. E' buona norma che l'insegnante sia perciò particolarmente attento a miscelare le risorse dei gruppi sia sul piano cognitivo che su quello relazionale - affettivo.
- Secondo i Johnson, infatti, l'eterogeneità garantisce una maggiore idoneità a sviluppare attività di elaborazione dei contenuti, di memorizzazione, di riflessione e ragionamento; inoltre promuove l'assunzione di ruoli e incentiva l'approfondimento e la ricerca di risposte non banali.
Secondo Kagan "gruppi eterogenei producono una maggiore opportunità di aiuto tra pari, migliorano le relazioni e rendono la classe più facilmente gestibile poiché avere uno studente di buone capacità per ogni gruppo é come avere un insegnante in aiuto ogni tre studenti".
- La valutazione in Cooperative Learning deve seguire gli stessi tempi e criteri della valutazione tradizionale quanto a differenziazione delle prove. Ciò significa che, se prima di iniziare a lavorare in Cooperative Learning, il docente utilizzava prove di verifica adeguate al livello di apprendimento dell'alunno in difficoltà, anche durante l'unità didattica in Cooperative Learning questo dovrà avvenire, al fine di valutare i miglioramenti rispetto a se stesso.
Quanto alla corretta realizzazione della metodologia le cautele cui badare dovranno riguardare:
- la compresenza costante dei cinque principi che caratterizzano il Cooperative Learning :
L'applicazione contemporanea dei cinque elementi che caratterizzano l'attività di Cooperative Learning - interdipendenza positiva, interazione faccia a faccia, insegnamento diretto di abilità sociali, revisione e controllo del comportamento di gruppo, responsabilità individuale e di gruppo - permette di affrontare con successo le situazioni descritte, nelle quali molte classi si vengono a trovare. Se ne viene a cadere qualcuno è come perdere alcune dita della mano, essa perderà sempre più la sua funzionalità fino a diventare inservibile.
- la sperimentazione graduale del Cooperative Learning a partire da applicazioni informali (come il lavoro a coppie) all'utilizzo di modalità più strutturate come il Learning Together, il Group Investigation, lo Structural Approach:
L'applicazione graduale è necessaria quando si voglia controllare la correttezza e l'efficacia del proprio apprendimento. Nel caso del Cooperative Learning l'insegnante si trova ad essere contemporaneamente docente - rispetto ai ragazzi - e discente - rispetto a sé - e, come tale, deve poter verificare con precisione l'esattezza di ciò che ha applicato.
- la reiterazione costante e frequente di attività per consolidare e trasferire le abilità sociali e cognitive apprese:
Non ci si stancherà mai di verificare, di toccare con mano quanto con chi apprende, ed in particolar modo con i soggetti in difficoltà di apprendimento, sia vitale la reiterazione delle abilità acquisite , la ripetizione tramite l'esercizio in contesti differenziati per favorire la generalizzazione degli apprendimenti stessi.
- Infine, ma non ultima, l'avvertenza di insegnare espressamente l'abilità cooperativa di dare e chiedere aiuto. L'attenzione è doppiamente urgente in situazioni di handicap dove il chiedere aiuto possa diventare uno strumento per l'autonomia personale e non della dipendenza dall'altro.
La necessità di focalizzarsi su abilità come "dare e chiedere aiuto" per sfatare la credenza che "chi chiede è fragile", portando i ragazzi a convincersi che chiedere permette di coltivare la propria curiosità.
Le lezioni sviluppate per l'apprendimento in piccoli gruppi cooperativi implicano sempre:
- una struttura di compito basata sul principio di interdipendenza positiva;
- l'esercizio esplicito durante l'interazione cooperativa di competenze sociali;
- la valutazione sia del rendimento scolastico sia delle competenze sociali;
- la valutazione del profitto basata sul punteggio di miglioramento individuale;
- la scelta di considerare durante la pianificazione sia gli obiettivi dei ragazzi con difficoltà sia gli obiettivi e i materiali pensati per tutti gli altri componenti della classe.