Struttura del percorso formativo

Le fasi in cui si articola il programma di intervento ha come riferimento il biennio della scuola superiore nello specifico un I.P.C.. Il percorso si articola in tre fasi che tuttavia non vanno interpretate in modo rigido, bensì in modo elastico:

Significa innanzitutto la verifica delle capacità e delle potenzialità in riferimento alle conoscenze, ma anche la potenzialità degli aspetti cognitivi, operativi e relazionali in situazione. Le capacità relazionali, ossia le "capacità integranti" sono quelle che danno la misura del livello di integrazione: più queste evolvono più aumenta l'autostima. Valutare cosa sa fare davvero da solo perché questo è il punto di partenza, e spostando in avanti il livello diventa un indicatore di qualità e di successo.

Orientamento (I.P.C. Territtorio)

L'orientamento è un processo attraverso il quale si autoresponsabilizza il disabile sulle sue capacità. Orientare significa autoeducare all'autovalutazione, quindi da una parte occorre motivare per ottenere l'impegno per sviluppare capacità e farne, prendere coscienza all'interessato.Dall'altra bisogna però lavorare per educare al limite.

Dimensionamento delle aspettative perché nel momento in cui definisco le capacità metto a fuoco anche i limiti e, cominicandolo alla famiglia unitamente alla procedura e all'ipotesi di intervento ne ridimensiono le aspettative.

Orientare significa anche finalizzare gli interventi: nel momento in cui ho ben chiare le capacità posso orientare il mio operare.
Il percorso formativo va strutturato sulla base dell'individuazione di uno sbocco professionale.
In concreto abbiamo operato secondo il principio dell'orientamento come processo, facendo produrre al giovane disabile, con la classe un prodotto " socialmente utile: realizzazione del sito internet dell'istituto.
Questo, che per i ragazzi ha rappresentato l'obiettivo atto a motivarli, per noi era lo strumento attraverso il quale abbiamo operato l'orientamento.